
Il controllo del cellulare e la privacy dei figli minorenni: un diritto o una responsabilità da bilanciare?
10 Aprile 2025
In questo articolo:

Nel mondo digitale di oggi, i social media sono diventati una parte fondamentale della vita quotidiana, anche per i più giovani, e per conseguenza anche il controllo del cellulare da parte dei genitori.
Ma cosa succede quando i genitori non controllano l’uso che i loro figli fanno di questi spazi virtuali?
Molti potrebbero pensare che la privacy dei minorenni debba essere sempre rispettata, ma questo vale in tutti i casi? La legge inizia a far luce su un aspetto cruciale: la responsabilità genitoriale.
I genitori hanno il dovere di proteggere i propri figli, e in un mondo sempre più interconnesso ciò include anche il monitoraggio dei loro comportamenti online.
Il diritto alla privacy e riservatezza dei minorenni non deve essere confuso con una libertà totale e incontrollata sui social media.
I genitori sono chiamati a essere una guida per i propri figli, evitando che si espongano a pericoli come il cyberbullismo, la predazione online e l’accesso a contenuti inappropriati.
Un esempio concreto di controllo del cellulare: App per controllare il telefono dei figli
Per evitare problemi legati a tecnologie e social media, sempre più genitori optano per l’utilizzo di app per controllare il telefono dei propri figli. Ne esistono tantissime e consentono diverse operazioni: dalla creazione di un nucleo famigliare ristretto, dove si accede a determinate app solo previa consenso dei genitori, al controllo del tempo di utilizzo di app, social e telefono in generale.
I figli, in questi casi, hanno necessariamente bisogno di ottenere lo “sblocco” da parte dei genitori (che avviene dal cellulare del genitore stesso, anche in remoto se il genitore non si trova presente nella stanza) per poter utilizzare determinate app o continuare (nel caso di sforamento del tempo imposto dal genitore per l’utilizzo) l’app se viene bloccata allo scadere del tempo.
Quali sono i pro e i contro?
Sicuramente tra i pro c’è una maggior serenità da parte dei genitori che sono più consapevoli di cosa fanno i figli e possono operare un controllo del cellulare più efficace, tuttavia possono esserci anche dei contro: se il figlio conosce il codice di sblocco dei genitori, può facilmente aggirare l’app; ma anche una sensazione di fastidio da parte dei figli, che potrebbero percepire come invasivo questo intervento da parte dei genitori.
Le conseguenze di un mancato controllo: la Sentenza del Tribunale di Brescia
Perché si arriva a questo? Una recente sentenza del Tribunale di Brescia (sentenza n. 879 del 4.3.2025) ha chiarito come esista la responsabilità dei genitori in merito alla sorveglianza dei propri figli.
In questo caso, i genitori sono stati condannati a risarcire 15.000 euro per i danni causati dalla loro figlia, che, affetta da lieve ritardo intellettivo, aveva creato profili fake per insultare una compagna di classe e pubblicare contenuti inappropriati.
Le indagini penali hanno portato alla luce reati gravi, come la diffamazione aggravata e la detenzione di materiale pedopornografico, evidenziando l’importanza di un controllo attento da parte dei genitori.
Conseguenze della negligenza genitoriale
Il mancato controllo del cellulare e la mancata supervisione adeguata dei profili social dei minori possono avere gravi conseguenze.
Il Tribunale, per l’appunto, ha sottolineato che i genitori non possono giustificarsi con la mancanza di competenze informatiche o con la richiesta di password ai figli, specialmente se questi ultimi hanno creato profili falsi e bloccato i genitori.
Secondo l’art. 2047 c.c., per liberarsi dalla responsabilità, i genitori devono dimostrare di non aver creato o mantenuto situazioni di pericolo che possano consentire atti illeciti.
La sentenza evidenzia che la semplice diligenza nella vigilanza non è sufficiente.
L’Importanza della sorveglianza rafforzata
Quindi non si può parlare di vera e propria privacy e riservatezza quando si parla del controllo delle azioni (digitali) dei propri figli, ed è anche il motivo per cui il Tribunale ha ritenuto opportuno mettere in luce anche la necessità di una sorveglianza rafforzata, soprattutto in un contesto in cui i ragazzi utilizzano sempre più frequentemente software di intelligenza artificiale per modificare contenuti.
I genitori devono essere consapevoli dei rischi associati all’uso di tali tecnologie e non possono permettere ai figli di navigare da soli nel mondo digitale.
Non a caso, altri Tribunali, come quello di Termini Imerese, hanno confermato che la creazione di profili social senza la condivisione delle password con i genitori costituisce una violazione dell’obbligo di controllo del cellulare.
La responsabilità genitoriale non si attenua con la precoce emancipazione dei minori; al contrario, i genitori hanno un onere maggiore di educare i propri figli all’uso corretto delle tecnologie.
L’educazione digitale come dovere genitoriale
Il Tribunale di Parma ha incluso l’educazione digitale tra i doveri genitoriali, richiedendo una supervisione costante dei dispositivi elettronici e l’implementazione di filtri per evitare contenuti inappropriati.
I genitori devono impartire un’educazione all’uso delle tecnologie che sia adeguata alle condizioni socio-economiche della famiglia e verificare che i figli abbiano compreso i valori insegnati. A questo si aggiunge anche una maggior tutela da parte dei genitori che utilizzano un app per controllare il telefono dei propri figli, come anticipato nei paragrafi precedenti.
La vigilanza parentale deve essere chiaramente adattata alla maturità del figlio e al contesto in cui si trova. La Corte di Cassazione ha ribadito che “il diritto/dovere di vigilanza sulle comunicazioni del minore, che giustifica l’intrusione nella sfera di riservatezza del fanciullo solo se determinata da una effettiva necessità [debba essere] esercitato in maniera funzionale al perseguimento delle finalità per cui il potere è conferito” (Cass. Penale, 19.1.2024, n. 7470).
Monitorare l’attività online dei minori non solo è un obbligo morale, ma anche un dovere legale, e va fatto con attenzione e sensibilità, garantendo il giusto equilibrio tra protezione e rispetto della crescita autonoma del giovane.
Il mondo digitale può creare problematiche non solo agli adulti, ma anche ai minori.
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