Divorzio: l’annullamento dell’assegnazione della casa coniugale influenza la separazione dei beni e l’assegno divorzile?
24 Giugno 2024
Durante e dopo la separazione dei coniugi, la questione della casa coniugale rappresenta spesso uno degli aspetti più delicati e controversi su cui bisogna porre attenzione.
La casa familiare non solo è un luogo fisico, ma spesso rappresenta anche un importante asset economico ed emotivo per entrambi gli ex coniugi e, se presenti, per i figli.
Secondo una recente ordinanza della Corte di Cassazione, quando la casa coniugale è stata assegnata a uno dei coniugi durante il divorzio, tale assegnazione può essere revocata dal Giudice se emergono determinate circostanze.
Quali sono i motivi della revoca dell’assegnazione della casa familiare?
La revoca dell’assegnazione della casa familiare può avvenire per:
- cambiamenti nelle condizioni economiche delle parti
- nuove necessità dei figli
- altri cambiamenti nelle circostanze che giustificano un riesame delle condizioni stabilite nel divorzio
Nel caso specifico (trattato dalla sentenza de quo), la revoca dell’assegnazione della casa coniugale è stata considerata una “sopravvenienza” significativa da valutare ai fini della revisione dell’assegno divorzile: la Corte ha infatti riconosciuto che il godimento della casa, sebbene fosse stato funzionale al mantenimento dell’ambiente familiare in favore dei figli, costituisce anche un valore economico diretto per l‘assegnatario.
Pertanto, la revoca di tale assegnazione non solo priva l’assegnatario del diritto di godimento della casa, ma può anche avere impatti finanziari considerevoli su entrambi gli ex coniugi.
Perché la revoca rappresenta un danno per il coniuge che ne viene privato?
Da un lato, l’ex coniuge che perde l’assegnazione della casa può trovarsi a dover affrontare nuove spese di alloggio o la necessità di trovare una nuova sistemazione, con conseguenti implicazioni economiche. Dall’altro lato però, l’altro coniuge può beneficiare economicamente dalla revoca, ad esempio attraverso la possibilità di vendere la casa o utilizzare il suo valore per altri scopi.
In caso di revoca dell’assegnazione della casa familiare, come cambia l’assegno di divorzio?
La Corte ha chiarito che la sopravvenienza della revoca dell’assegnazione della casa familiare deve essere attentamente esaminata quando si valuta se e come modificare l’assegno di divorzio.
Questo perché le modifiche delle condizioni abitative e finanziarie delle parti possono richiedere un adeguamento dell’assegno divorzile per garantire un mantenimento equo per entrambi gli ex coniugi, secondo le circostanze attuali.
In conclusione, può essere revocata agilmente l’assegnazione dell’abitazione familiare?
La sentenza della Cassazione Civile, sez. I. del 25.3.2024, n. 7961 enfatizza l’importanza di considerare tutti gli aspetti pratici, emotivi ed economici della casa coniugale, durante le procedure di divorzio e nelle successive revisioni delle condizioni di separazione. Viene dunque dettato un esplicito principio di diritto, che spinge a riflettere sulla effettiva possibilità di revoca e in quali termini è operabile: “in tema di revisione delle condizioni di divorzio, costituisce sopravvenienza valutabile, ai fini dell’accertamento dei giustificati motivi per l’aumento dell’assegno divorzile, la revoca dell’assegnazione della casa familiare di proprietà esclusiva dell’altro ex coniuge, il cui godimento, ancorché funzionale al mantenimento dell’ambiente familiare in favore dei figli, costituisce un valore economico non solo per l’assegnatario, che ne viene privato per effetto della revoca, ma anche per l’altro coniuge, che si avvantaggia per effetto della revoca, potendo andare ad abitare la casa coniugale o concederla in locazione a terzi o comunque impiegarla in attività produttive, compiendo attività suscettibili di valutazione economica che, durante l’assegnazione all’altro coniuge, non erano consentite”. La decisione sottolinea la necessità di un approccio equilibrato e di giustizia nel trattamento delle questioni legate alla divisione dei beni e all’assegno divorzile, per garantire una soluzione equa e ragionevole per tutte le parti coinvolte.
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